BMW F800GS – Tagliando dei 40.000 KM

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Ci siamo, la mia BMW è arrivata a 40.000 chilometri ed ora è tempo del tagliando. Questo articolo si occuperà di recensire il comportamento di BMW in merito all’intervento, riportando modalità, costi, servizi e tutto ciò che é affine. La sede incaricata del tagliando è la filiale:

BMW Motorrad di via Anastasio II, 71, Roma

In aggiunta al tagliando, per ragioni lavorative, ho richiesto a BMW una moto sostitutiva dal costo di 30,00 euro al giorno. Ecco il resoconto di come è andata.

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Moto elettrica: quale scegliere

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Se per le auto le motorizzazioni ibride ed elettriche in generale stentano ancora a prendere piede, da tempo per quanto riguarda le moto le Case hanno inserito da tempo nel listino modelli per tutti i gusti.

In più, grazie anche agli incentivi statali per l’acquisto il divario di prezzo iniziate tra le motorizzazioni ecologiche e quelle tradizionali a benzina è diminuito di molto. Il governo ha stabilito che il prezzo di listino dovrà essere scontato del 20 % (compresi anche gli incentivi statali). Gli scooter elettrici rientrano nei finanziamenti per le bici elettriche, stanziati in modo differenziato dalle varie regioni e dai vari comuni. Una regola che invece viene applicata da tutti i comuni per legge è l’esenzione dal pagamento del bollo per i primi cinque anni e lo sconto del 50 % sulla polizza RC della moto. Per avere una prova tangibile dell’effettivo risparmio che le moto elettriche riescono a garantire rispetto a quelle tradizionali in termini di assicurazione, basta fare un confronto dei preventivi per l’assicurazione direttamente online in siti come Comparameglio.

Alcune case italiane, come la Oxygen di Padova o la EcoJumbo di Genova, hanno già lanciato scooter elettrici che nell’utilizzo quotidiano possono benissimo sostituire i tradizionali cinquantini. Ovviamente il prezzo per ora è ancora elevato, tra cinque mila e sei mila euro, tutta colpa del pacco batterie, che non può costare meno di quanto non sia ora. In ogni caso, questi mezzi funzionano, tanto che le Poste Svizzere hanno evaso poco tempo fa un ordine per due mila unità di ciclomotori ibridi, che andranno a sostituire tutto il parco moto circolante. Anche aziende conosciute nel panorama internazionale, come la Piaggio, hanno sviluppato versioni ibride dei propri modelli.

Per quanto riguarda il settore di moto da strada e per il tempo libero, invece, non si è ancora arrivati a quel punto, anche se qualche Casa motociclistica sta iniziando a scoprire i veli a qualche prototipo: l’ultimo in ordine di tempo è la CRP Energetica (ovviamente, Casa italiana, manco a dirlo Modenese). I risultati parlano chiaro: se eCRP è stata vice campione del mondo nel 2011 nel mondo della corse, il suo prototipo non può che essere un mostro di prestazioni. Detto, fatto: sicuramente i 136 cv di potenza, 150 km di autonomia e 220 km/h di velocità massima parlano chiaro sull’intento principale di questa moto. Anche altre Case spagnole ed americane del settore hanno sviluppato in questi anni nuovi modelli con prestazioni molto elevate, in grado di competere con le equivalenti a motore termico.

Parlando di motocross, invece, si inizia subito a citare una della case più famose in ambito motociclistico, l’austriaca KTM. Nel 2010 aveva annunciato l’entrata in listino 2011 di un modello, il Freeride, equiparabile per prestazioni ad un 125 centimetri cubici. Dopo qualche inconveniente tecnico, che ha fatto slittare di un anno la messa in produzione del modello, il progetto originale ha visto la luce. Prezzo? Sotto i diecimila euro sicuramente. Anche per moto di cilindrate maggiori sono presenti valide alternative elettriche: BRD RedShift, ad esempio, è un supermotard con prestazioni del tutto simili ad un motore quarto di litro benzina. Il prezzo di questo gioiello ‘silenzioso’ si aggira sui quindici mila euro circa.

Sicuramente, prima di poter vedere una diffusione di questi mezzi anche in Italia abbiamo ancora tanta strada da fare. In primo luogo dobbiamo sicuramente dotarci di una rete di ricarica veloce per le batterie, in modo da invogliare l’acquisto di propulsioni elettriche: secondo le recenti statistiche, uno dei problemi più grandi che frena il consumatore medio sull’acquisto di uno di questi mezzi è proprio la paura di rimanere senza energia per la strada, senza la possibilità di riuscire ad arrivare ad un punto di ricarica. In secondo luogo bisogna investire nello sviluppo di nuove tecnologie che consentano una ricarica più rapida ed efficace del pacco batterie, riducendo le ore di fermo necessarie al recupero dell’energia

 

Green Moto: economia e potenza illimitate!

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Vi presento Green Moto, una rubrica dedicata alle tecnologie “verdi” applicate al motociclismo. Gli argomenti che saranno trattati all’interno presenteranno una realtà “green” leggerente diversa da quanto spesso si sente parlare. Sappiamo infatti, che parlare di energia verde, sottintende tanto un risparmio economico quanto di un calo di potenza. La nostra rubrica, invece, terrà conto di questo secondo aspetto facendo in modo di ricercare e presentare tutte quelle tecnologie che, garantendo alte prestazioni, possono comunque rientrare nella categoria “green”. A breve ci sarà il primo articolo e, con l’occasione, mi piacerebbe ringraziare la persona che sta curando in prima persona questi articoli: Francesco (francescoeditor). Spero che l’iniziativa sia stimolante e rappresenti un punto di partenza per un futuro più tecnologicamente pulito!

Consigli per gli acquisti per i neo-motociclisti

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Ieri sera, durante la cena di Capodanno, una persona mi ha chiesto informazioni sulla giacca che abitualmente indosso per andare in ufficio. Da qui è nata una conversazione circa le modalità ottimali per scegliere gli indumenti tecnici. Ne avevamo già fatto cenno dentro altri articoli ma forse è giusto parlarne un po’ meglio. Io scelgo i vestiti in base a tre criteri:

1)la necessità da rispettare.

2)le informazioni tecniche sul prodotto.

3)le recensioni degli utenti.

La necessità da rispettare.

Lavorando in completo, ad esempio, mi si è posta l’esigenza di proteggere l’abito dall’acqua, indipendentemente dalla dimensione della colonna d’acqua.  Essendo la giacca del completo abbastanza lunga, si poneva inoltre la necessità di trovare un cappotto da moto che unisse la funzionalità tecnica tipica degli abiti motociclistici, alla funzionalità di coprire/proteggere il completo.  Come molti di voi sapranno, le giace da moto differiscono per tipo di moto, il cappottino da moto sportiva (corto fino alla vita), spesso, differisce dalla giacca da moto turistica (lunga quasi a 3/4). Nonostante la moto sportiva (all’epoca guidavo quella) rivolsi la mia attenzione verso le giacche da moto turistica e, per garantire una corretta mobilità degli arti, scelsi misure molto superiori alla mia. Arrivai ad una XXXL poichè, sotto la giacca da moto, c’era la giacca del completo, la camicia, la cravatta e, nel caso dell’inverno, l’imbottitura. Scegliere una giacca troppo grande comporta uno scorretto allineamento tra protezioni e parti del corpo da proteggere ma, essendo molto vestito, sono riuscito a colmare questo problema.

Le informazioni tecniche sul prodotto.

All’inizio della mia “carriera motociclistica” acquistai un prodotto economico (ancora me lo ricordo). Era una giacca di una marca che vorrei evitare di menzionare. La giacca si presentava molto bene, piuttosto solida e, sull’etichetta, spiccavano due caratteristiche principali: il tessuto traspirante e l’impermeabilità. Appena messa, dopo circa 30 minuti, mi resi conto che il tessuto non era affatto traspirante. iniziai a sudare in punti dove, generalmente, una giacca di marca permette di avere realmente la maggiore areazione. Questo, per chi indossa giacca e cravatta, è un problema serio ma lo sarebbe per chiunque, credetemi sulla parola! Alla prima pioggia, inoltre, mentre tornavo a casa, cominciai a sentire acqua penetrare dalle braccia. Immaginate la sensazione, di indossare un completo anche piuttosto bello, e di essere ancora a 15 chilometri da casa. Praticamente siete nei guai e avete due alternative: cercare un riparo attendendo che spiova (che in inverno potrebbe significare aspettare anche due giorni), aumentare la velocità rischiando incidenti (cosa piuttosto inutile perché aumentare la velocità significa bagnarsi comunque). Risparmiare, quindi, non significa essere “furbi”. Gli abiti dei motociclisti sono abiti tecnici! Questo significa che una spesa economica corretta, vi proteggerà da impatti e intemperie e ve ne accorgerete solo “strada facendo”. Dopo quella giacca, infatti, comprai una giacca AlpineStars (che ancora adotto), in GoreTex. L’impiego del GoreTex è fantastico: una mano santa per la traspirazione del tessuto e la sua impermeabilità. L’acquisto, all’epoca, mi svenò economicamente (390 euro). La giacca è ancora lì, in perfetto stato di salute ed è tuttora una garanzia di affidabilità. La giacca economica (140 euro) è stata cambiata dopo due settimane. La giacca AlpineStars dura da 3 anni e viene indossata 5 giorni alla settimana. Comprenderete quindi quanto quelle 390 euro siano, oggi, una spesa più che sostenibile che, oltre a tutelarmi da incidenti, rappresentano una valida protezione contro la pioggia.

Le recensioni degli utenti.

Non mi stancherò mai di scriverlo. Esattamente come in montagna, in moto vince chi passa per “strade sicure” e quindi io invito sempre e costantemente a leggere e prendere contatto con utenti che hanno avuto la soddisfazione di esigenze come le vostre. I commenti sono la cartina di tornasole di quanto scritto nelle schede tecniche dei prodotti. Vi faccio un esempio. Una giacca molto resistente e traspirante potrebbe non essere comoda. Guidando per ore, è possibile che diventi la vostra peggiore nemica. Ecco quindi che una recensione può “salvare i vostri soldi” e garantire la soddisfazione del vostro obiettivo.

AGV: una delusione

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Premessa

Quello che state per leggere è una cosa che mi è capitata direttamente qualche anno fa. Ero molto incerto se scrivere questo articolo ma, per dovere di cronaca, ritengo giusto scrivere quanto mi è accaduto e di come AGV ha trattato un suo cliente.

Antefatto

All’epoca indossavo uno splendido RS1 Marushin, un casco in carbonio da 1,100 Kg. A causa di un incidente il casco aveva riportato una lesione nella zona occipitale (posteriore) della calotta. Come vuole la prassi (ragazzi è importante questa cosa), ho cambiato immediatamente il casco e, rivolsi la mia attenzione a quelli che avevano il punteggio più alto al test Sharp (ne abbiamo parlato qui). Scelsi così un casco AGV T-2 per tre motivi:

  1. È prodotto da una ditta italiana!
  2. Il punteggio era pieno.
  3. Il rapporto qualità/prezzo/estetica era estremamente invitante.

Essendo un casco professionale, era comunque molto elevato come prezzo ma, per la propria sicurezza si sa, non si bada a spese.

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Il problema

Dopo pochi mesi dall’impiego del casco, il tessuto di alcune zone interne, iniziò a logorarsi e a spaccarsi. La fibia di aggancio (con la classica doppia D), iniziò a “sfibrarsi” e ad “aprirsi”. Ovviamente, per quel prezzo e, paragonandolo al Marushin, rimasi allibito e scrissi una mail alla AGV. Il risultato fu…nessuna risposta! La mail, che non conteneva minacce, parolacce, insulti ma un tono abbastanza sostenuto di lamentela, non ebbe alcun seguito nonostante fosse corredata di foto che testimoniassero lo stato in cui verteva il casco. Foto che, per trasparenza verso di voi, ho deciso di allegare all’articolo.

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Come potete constatare voi stessi dalle due foto, il primo danno (apparentemente causato dal logoramento del tessuto) è più serio del secondo che, a pochi mesi di distanza dall’acquisto, ha iniziato a proporsi sotto forma di sbilanciamento. Il costo del casco, che si aggirava intorno ai 200 euro, non giustificava il silenzio di AGV. Nessuno, infatti, si aspetta che il prodotto sia perfetto. Può capitare un prodotto affetto da problemi. Ma nessun produttore dovrebbe permettersi, davanti ad una mail di reclamo, di ignorare tale comunicazione. Il risultato? Giudicate voi, per me AGV è una delusione e, state tranquilli, che non acquisterò più loro prodotti perché, sinceramente, non mi piace l’idea di essere abbandonato  dopo l’acquisto.